Nuova classifica sulla qualità della vita. Dopo il rapporto realizzato dalla Scuola di Economia Civile srl pubblicato qualche settimana addietro da Avvenire, è di ieri la nuova graduatoria realizzata da Italia Oggi con l’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni.
Risultati diversi rispetto al precedente studio poiché, semplicemente, nel mondo della statistica non c’è una regola univoca sull’utilizzo degli indicatori che ciascun soggetto individua a piacimento, naturalmente supportando la scelta e la metodologia applicata con motivazioni e argomentazioni di elevatissimo pregio.
Ma, cambiando l’ordine degli addendi la somma non cambia e, in definitiva, il messaggio nuovamente lanciato “urbi et orbi” con la classifica di Italia Oggi è che Calabria, Sicilia e addirittura Puglia sono territori praticamente invivibili. E Reggio Calabria, dopo Crotone, Siracusa e pochi altri, diventa per il mondo un luogo irrimediabilmente perduto, da cui stare alla larga!
Al netto di innegabili difficoltà che vivono le realtà meridionali, Confcommercio Reggio Calabria dice basta a questo modo di fare ricerca e soprattutto comunicazione che per l’Associazione dei Commercianti “è diventato francamente assurdo, pericoloso e moralmente inaccettabile. A maggior ragione in un’epoca in cui sono ben noti l’impatto dei social e la forza dei messaggi brevi e delle classifiche, ed in cui le informazioni, indipendentemente dalla provenienza, dalla qualità, dalla natura circolano senza filtri alla velocità della luce influenzando decisioni e scelte delle persone”.
Confcommercio non entra nel merito delle analisi effettuate dalle testate giornalistiche limitandosi a segnalare che si tratta di studi “commissionati” che non rispondono, per questo, al carattere dell’imparzialità e, verosimilmente, uno studio commissionato dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria e magari realizzato dall’Università Mediterranea, sulla base dell’utilizzo di indicatori diversi, andrebbe a produrre risultati diversi. Stessa cosa per uno studio realizzato dalla Regione Sicilia in collaborazione con Università di Messina e, senza alcun dubbio, ancora diversi sarebbero i risultati nel caso in cui il committente dello studio fosse ad esempio Confcommercio Reggio affidandosi alla propria società di servizi. E questo non perché i dati verrebbero falsati o manipolati, semplicemente perché è dalla selezione del dato, dalla scelta degli indicatori, dalla metodologia applicata che dipende in larga misura il risultato di un’analisi o di una ricerca. Tutto legittimo, ma è chiaro che il ruolo del “committente”, salvo che non si tratti di un soggetto pubblico assolutamente super partes (Istat), non è certamente neutro rispetto a questa dinamica. Tutt’altro!
Per il Presidente di Confcommercio Lorenzo Labate “queste discutibili classifiche sulla qualità della vita, per adesso, hanno raggiuto solo un risultato, quello di spazzare via anche i piccoli benefici e gli sforzi economici profusi (a nostro avviso non bene orientati ndr) per promuovere il territorio calabrese in concomitanza delle celebrazioni per il 50° dei Bronzi di Riace. Milioni di euro di campagne di comunicazione e pubblicitarie completamente resettati da un paio di classifiche pubblicate su testate giornalistiche nazionali in cui Reggio Calabria in compagnia di tutte le altre province calabresi e meridionali vengono descritti come luoghi invivibili. Con l’aggravante che queste classifiche si propongono come indagini ammantate di ufficialità ed autorevolezza e che, proprio non manifestandosi esplicitamente come forme di pubblicità, hanno una presa ben superiore sul pubblico e sul potenziale turista.
Questo modus operandi – continua Labate – comincia ad avere tutte le caratteristiche di una strategia diretta a danneggiare l’immagine di alcune realtà a vantaggio di altre ed è diventato francamente inaccettabile oltre che un insulto al territorio, alle istituzioni, ai cittadini ed a noi che in questo territorio viviamo e quotidianamente ci sforziamo di trasmetterne all’esterno l’immagine migliore”.
“Pochi giorni fa – continua il Presidente Labate – avevo avuto modo di evidenziare direttamente al Presidente dell’Istat dott. Blangiardo, ospite a Reggio Calabria, l’importanza di un approccio corretto, equilibrato, etico ed “istituzionale” all’analisi del dato, soprattutto quando i dati da prendere in esame sono accoglienza, ambiente, turismo, cultura, economia, lavoro, legalità, sicurezza, salute, servizi alla persona e quando i risultati dell’analisi riguardano intere comunità. Avevo evidenziato – continua Labate – che diventa indispensabile che un soggetto come Istat rivendichi il proprio ruolo di soggetto che, istituzionalmente, dà assoluta garanzia circa l’imparzialità e la completezza dei dati raccolti e pubblicati soprattutto quando il riferimento è ad indagini ed analisi economiche a qualunque livello svolte.
La classifica di Italia Oggi rende nuovamente attuale l’invito rivolto al Presidente Blangiardo al quale, come Presidente di Confcommercio, associo oggi l’invito urgente e forte – limitandoci all’ambito provinciale – alla Città Metropolitana di Reggio Calabria, al Comune di Reggio Calabria, all’Università Mediterranea di valutare ed esaminare il dato e gli studi che stanno dietro le suddette classifiche ed intervenire a tutela del territorio e dell’immagine dell’intera comunità.
Ferma restando l’azione che necessariamente dovrà essere messa in campo per un miglioramento delle condizioni di vita, chiediamo – conclude Labate – che le Istituzioni difendano Reggio ed i reggini di fronte a questo scempio ed a queste forme di evidente e becera propaganda. Noi vogliamo farlo e forniremo ogni forma di contributo in questa direzione”.