“A breve gli impianti di carburante non saranno in condizione di effettuare il servizio notturno. Tenere aperto l’impianto, con tutta l’illuminazione necessaria, a fronte di vendite assai ridotte, non ha senso”.
Per Antonino Pedà, vice presidente nazionale Figisc – Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti di Confcommercio e componente di Giunta Confcommercio Reggio Calabria “registriamo un aumento dei costi di una volta e mezzo rispetto allo scorso anno. Che cosa significa? Se, facendo un esempio, a dicembre 2020 pagavamo una bolletta di 3.000 euro, quest’anno la bolletta, a parità di consumi, ci costa quasi 8 mila euro.
Noi distributori di carburante – continua Pedà – non abbiamo la possibilità assoluta di aumentare i prezzi al consumo per attenuare l’impatto del caro energia. Questo perché il punto vendita dei distributori di carburante non ha autonomia nel prezzo finale, ma il costo dell’energia è elemento fondamentale nel bilancio di un’azienda come la nostra. Se aumenta questo, automaticamente si contraggono i ricavi e se gli aumenti sono eccessivi i conti non reggono e a rischio è la sopravvivenza dell’attività”.
“Sul tema energia come Figisc/Anisa-Faiba e Fegica abbiamo avviato da settimane interlocuzioni con il Governo e con le Aziende Petrolifere – conclude Pedà, perché è al livello nazionale che si gioca la partita, con serietà e fermezza. I tavoli decisionali su questioni come l’energia (e anche ammortizzatori, ristori, moratorie ndr) sono a livello governativo ed è lì che Figisc e, in realtà, tutta la Confcommercio a tutela di tutte le categorie, sta incidendo non tanto ponendo i problemi ma offrendo soluzioni grazie al supporto On. Luca Squeri Vice Presidente Nazionale Figisc e proponendo strade per affrontare la crisi a 360 consentendo alle aziende di rimanere sul mercato. Già oggi in Consiglio dei Ministri aspettiamo risposte alle nostre richieste”.